
Dal 28 febbraio Jeffrey Sonnenfeld di Yale School Of Management e Yale Research Team formano un elenco completo e aggiornato delle società che operano in Russia. https://som.yale.edu/story/2022/over-500-companies-have-withdrawn-russia-some-remain Un elenco, una traccia, un appello.
Le società che si sono ritirate dal mercato russo in modo permanente o temporaneo:
253 aziende hanno bloccato completamente gli impegni russi o sono uscite completamente dalla Russia
275 aziende hanno ridotto temporaneamente la maggior parte delle operazioni mantenendo aperte le opzioni per il ritorno
Quelle che continuano a rimanere in Russia riducendo le attività:
75 società hanno ridimensionato solo alcune operazioni
108 aziende hanno rinviato solo gli investimenti/sviluppo/marketing futuri pianificati
E quelle che ignorano completamente o sfidano le richieste di riduzione o interruzione delle attività produttive e finanziarie in Russia:
203 sono le aziende che continuano a lavorare in Russia regolarmente.
Queste Holdings provenienti da 30 Stati diversi interessano prevalentemente Europa, Stati Uniti e Cina.
Lacoste, ThyssenKrupp, Toyota Tsusho, Leroy Merlin, Asus, Huawei, Lenovo, Msi, Xiaomi, ecc. https://som.yale.edu/story/2022/over-600-companies-have-withdrawn-russia-some-remain
Le due più grandi società italiane ancora operative in Russia sono Intesa Sanpaolo
e Unicredit che sta valutando il potenziale ritiro ma è ancora operativa in Russia.
Continuano a vendere o a gestire gli impianti le società italiane:
Buzzi Unichem
Calzedonia
Campari
De Cecco
Geox
Gruppo Cremonini
Gruppo Menarini
Gruppo Zegna
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